Centro Psicoanalitico dello Stretto Francesco Siracusano

Il caso clinico del presidente Schreber

Il 26 Marzo 2022 si è svolto il seminario “Il caso clinico del presidente Schreber” diretto dalla psichiatra e psicoanalista della SPI (Società Psicoanalitica Italiana), Rossella Valdrè. Il tema principale è stato la psicosi descritta nelle sue declinazioni psicopatologiche mediante il confronto tra il caso clinico del presidente Schreber analizzato da Freud e il protagonista del film “Spider” di D. Cronenberg.

La parte iniziale, precedente alla visione del film, è stata dedicata all’inquadramento socio-storico-culturale in cui hanno preso avvio gli studi più floridi sulle psicosi. A tal riguardo, a partire dal IX secolo, grandi sono stati i contributi di Kraepelin e Bleuler,i quali hanno identificato i cosiddetti sintomi nucleari della schizofrenia prima definita “Dementia praecox”. Tra i casi clinici trattati da Freud nelle sue opere , quello del presidente Schreber ci consente di avere un fedele quadro rappresentativo di quella che era la sintomatologia psicotica nell’era pre-farmacologica. Schreber era un famoso giudice figlio di un noto pedagogo che lo aveva allevato mediante una rigida disciplina educativa. Questo particolare rapporto con la figura paterna sarà poi determinante nella strutturazione di un Edipo Negativo il quale avrà come esito una omosessualità latente che nello Schreber adulto si manterrà tale fino all’esordio della psicopatologia all’età di 53 anni. Infatti, nel 1893 il presidente, già provato dalle forti pressioni a causa dell’avanzamento nella carriera, ebbe il primo crollo psicotico dovuto alla morte della moglie, la quale era per lui la “maschera”eterosessuale della sua omosessualità inconscia. Durante il ricovero in manicomio, gli fu diagnosticato il delirio paranoideo, la forma meno grave tra le psicosi in quanto lascia l’Io relativamente integro. All’inizio si trattava di un delirio persecutorio in cui il Dott. Flechsig, che lo aveva in cura, era diventato il “nemico” da cui difendersi. Successivamente il delirio, pur rimanendo fortemente strutturato, subì una evoluzione in una forma mistica in cui il presidente, partendo dal sogno che aveva fatto in cui era una donna che copulava in posizione passiva, diventava la compagna angelicata di Dio con il quale procreava una progenie perfetta. Freud nella sua interpretazione della psicosi del presidente parla di un nucleo omosessuale represso che affonda le sue radici in un edipo negativo: il paziente dopo la morte della moglie, la quale rappresentava una copertura della sua omosessualità inconscia, aveva manifestato impulsi omosessuali nei confronti del dott. Flechsig, a seguito dei quali il suo Io spaventato si era ritratto in una reazione psicotica nel seguente ordine: scissione →“ io lo amo”→negazione →“ io lo odio” →proiezione→“lui mi odia”. In questo delirio, dunque, l’Edipo negativo si riattualizzava mediante il tema del padre ideale (Dio) come rappresentante di coloro i quali erano stati oggetto dell’investimento omosessuale, il padre e poi il dottore. Nel complesso questa forma psicotica rispondeva così a tre esigenze inconsce del paziente: omosessualità repressa, ritorno al narcisismo primario e desiderio mancato di paternità.
Mentre il delirio persecutorio di Schreber era fortemente strutturato e aveva come nucleo difensivo la proiezione, la psicosi di Spider, protagonista del film di Cronenberg, è dovuta ad una schizofrenia “simplex” oggi corrispondente alla schizofrenia indifferenziata del DSM-5, contraddistinta principalmente da deliri disorganizzati e impoverimento della personalità alla cui base raramente si trova una patogenesi di omosessualità inconscia. Come si vede durante il film, la psicopatologia di Spider ha insorgenza in età infantile in un clima familiare di cui il regista fa percepire la disfunzionalità e all’interno di un forte complesso edipico che diventa psicotico e che mai verrà superato. L’esposizione precoce alla sessualità ed in particolare la vista dell’atto sessuale tra i suoi genitori, scatenano nel piccolo Spider una reazione psicotica alla cui base c’era una predisposizione alla scissione. Il bambino, infatti, dopo aver scoperto di avere una madre sessuata scinde completamente la parte sessuale di quest’ultima assimilata al male e quella buona assimilata al bene, a quella madre amorevole che da sempre conosceva e che prediligeva solo suo figlio. Questo aspetto è magistralmente rappresentato nel film mediante la ragionata scelta del regista di far interpretare dalla medesima attrice i diversi ruoli dell’amante del padre e della responsabile della

struttura residenziale in cui si trova il protagonista da adulto (madre cattiva e sessuata), e della madre amorevole della sua infanzia (madre buona e asessuata). Altrettanto mirabilmente è stata rappresentata nel film la disintegrazione delle funzioni dell’Io tipiche della schizofrenia, facendo ricorso al simbolo della rete. Quest’ultima assume molteplici significati: il tentativo di mettere ordine nel caos che connatura la mente del protagonista, una modalità che questo attua per difendersi dall’esterno e dai nemici “imprigionandoli” nella sua ragnatela così come fanno i ragni e ancora, una modalità di mantenere il legame con la madre buona morta, la quale emblematicamente amava chiamarlo “Spider”. L’impossibilità di integrare le due parti antitetiche della figura materna porta ad una tragica conclusione: il bambino è talmente schiacciato da queste dinamiche di scissione da rifuggire la realtà e questo lo conduce all’uccisione vera e propria della madre. Il matricidio diventa cioè l’unica soluzione possibile per annientare l’insostenibile parte cattiva che però, inevitabilmente, porta via anche quella buona.

 

Tirocinanti

Liberata Piperno

Giulia Esposito

Francesca De Francesco 

Barbara Salvo

Federica Zuccalà 

Simona Panzera 

Maria Mauro 

Simona Gerbino 

Sofia Petruzzello 

Mirella La Rosa 

Ludovica Corvaia